Scopriamo cos’è l’upcycling una moda e un modo di pensare che potrebbe aiutare il pianeta
La salvaguardia dell’ambiente passa anche per la diminuzione dei consumi e per l’upcycling dei materiali di scarto che possono tornare a nuova vita.
CHE COS’È L’UPCYCLING?
Definire l’upcycling non è facilissimo, soprattutto perché non esiste una traduzione perfetta nella nostra lingua. Spesso si traduce con i termini riuso, riutilizzo oppure il più quotato riciclo creativo, senza però rimandare al rimandare al significato più alto di questo termine. Infatti attraverso il suffisso inglese ‘up’ si indica l’operazione con cui si riesce a dare un valore maggiore al materiale che altrimenti sarebbe stato solo uno scarto.
QUAL È LA DIFFERENZA TRA UPCYCLING E RECYCLING?
Come abbiamo già sottolineato l’upcycling non è altro che il riuso, in chiave creativa, di vecchi oggetti che altrimenti sarebbero diventati materiali di scarto. Una vecchia ruota di bicicletta può diventare un porta asciugamani, oppure delle persiane in legno possono essere utilizzate per dividere una stanza in diversi ambienti. La differenza principale rispetto al recycling, che punta al riciclo dei materiali per la produzione di nuovi oggetti (pensiamo alla plastica), è quella di far acquisire direttamente valore ai materiali dando loro una nuova funzione.
DA DOVE ARRIVA IL TERMINE UPCYCLING?
Probabilmente questo termine venne coniato nel 1994 da un ingegnere tedesco di nome Reiner Pilz intervistato dalla famosa rivista di antichità e architettura ‘Salvo’. Ad una delle domande Pilz rispose spiegando la sua particolare interpretazione del riuso: “Il riciclo io lo chiamo down-cycling. Quello che ci serve è l’up-cycling, grazie al quale ai vecchi prodotti viene dato un valore maggiore, e non minore”. Una precedente forma di upcycling potrebbe però essere ritrovata nella produzione delle bottiglie Wobo della Heineken nel 1963. In questo caso vennero prodotte delle particolari bottiglie capaci, una volta vuotate, di diventare dei mattoni da costruzione.
L’UPCYCLING FA RISPARMIARE SOLDI
La pratica dell’upcycling può far risparmiare veramente molti soldi, soprattutto se si è abbastanza pratici di fai da te. Inoltre permette di evitare gli sprechi e l’esborso di denaro per acquistare oggetti che potenzialmente già si possiedono. Un esempio piuttosto banale è quello di evitare l’acquisto di una libreria se questa si può comporre con le vecchie cassette di legno accumulate in cantina. Uno degli aspetti più interessanti dell’upcycling è quindi quello di evitare gli sprechi, un’operazione che può essere fatta con più o meno tutti gli oggetti, dai vestiti ormai fuori moda fino alle vecchie biciclette, passando per praticamente tutto quelle su cui riuscite a mettere le mani.
NON DIMENTICHIAMO IL RISPARMIO DI ENERGIA
Inoltre dare nuova vita a questi oggetti permette anche un risparmio di energia sia nel processo di riciclaggio che in quello di produzione, oltre ad evitare la creazione di nuovi rifiuti che impattino sull’ambiente. Il risparmio c’è soprattutto sulla produzione dei nuovi oggetti che invece ci si procura modificando o riadattando vecchi materiali. Si tratta di una vera e propria battaglia contro la logica dell’usa e getta. Non c’è poi da dimenticare che il processo di riciclaggio non sempre permette il riutilizzo al 100% dei materiali, ma che nella maggior parte dei casi ha uno scarto che si trasforma comunque in rifiuto. Invece con l’upcycling questo non avviene.
IL VALORE AGGIUNTO È L’UNICITÀ
Pensate a quanto sia bello avere in casa un oggetto unico nel suo genere. È proprio questo uno degli scopi dell’upcycling: creare qualcosa di unico, raro e prezioso, a partire da materiali che sarebbero finiti in discarica o nel normale processo di riciclo. In questo modo invece quel vecchio attaccapanni ora si è trasformato in una splendida lampada, quella scala di legno ormai non più sicura è diventata parte della parete attrezzata della vostra cucina realizzata con i pallet, oppure i vecchi vestiti ammassati nell’armadio sono diventati sei simpatici scaldamani da regalare.