Cosa si nasconde dietro la produzione di un uovo di Pasqua? Quali filiere sono coinvolte e che danni subisce il nostro ambiente?
Tutti amiamo le festività pasquali per i dolci tipici, la tradizione e per l’uovo di Pasqua, ma vi siete mai fermati a pensare da dove vengono gli ingredienti che lo compongono e che impatto ha sull’ambiente la sua produzione?
DA DOVE VIENE L’UOVO DI PASQUA?
La gioia di scartare e assaporare l’uovo di Pasqua è impagabile, soprattutto per i più piccoli. Purtroppo però spesso dietro la produzione di questo prodotto così amato si nascondono tutta una serie di criticità ambientali e sociali che non si possono trascurare. Il WWF ha pubblicato un importante approfondimento proprio in relazione a due dei principali ingredienti dei dolci pasquali da titolo: “Zucchero e Cacao, due storie amare”. In questa ricerca si mette in luce come dietro la produzione di questi due ingredienti si nasconda un altissimo livello di distruzione, degrado e frammentazione degli ecosistemi naturali.
La canna da zucchero
In molti casi le piantagioni di canna da zucchero hanno preso il posto di ampi tratti di foresta tropicale. Basta considerare che il primo produttore al mondo è il Brasile, dove questa coltivazione ha contribuito in maniere fortissima alla deforestazione. Si valuta che siano circa 16mila i chilometri quadrati di foresta distrutti tra il 2002 e il 2012 per l’aumento delle piantagioni.
Il cacao
L’Africa occidentale è l’area da cui si esporta la maggior parte del cacao impiegato nei nostri dolci. Negli ultimi anni questi paesi hanno portato la loro produzione a coprire il 70% del fabbisogno mondiale. Si calcola che tra tre anni, se questo trend non sarà invertito, si perderanno intere foreste con conseguenze importanti anche sul clima della regione.
L’AGRICOLTURA, L’UOVO DI PASQUA E LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ
Collegare la produzione di un semplice uovo di Pasqua alla perdita di biodiversità è facilissimo. Basta infatti pensare al taglio indiscriminato delle foreste per far spazio alle piantagioni. In questo modo si impoverisce l’habitat naturale di moltissime specie animali e vegetali, facendo così diminuire la biodiversità di una regione. “Il 73% della deforestazione è dovuto all’espansione dei terreni agricoli. La distruzione e il degrado delle foreste e degli habitat causano inoltre circa il 20% dei gas serra immessi ogni anno nell’atmosfera”, questi i dati forniti da Eva Alessi, Responsabile consumi sostenibili e risorse naturali di WWF Italia. “I sistemi alimentari sono anche la prima causa di perdita di biodiversità sul Pianeta che avviene soprattutto nei Paesi tropicali che ospitano le piantagioni: Brasile, Argentina, Messico, Paraguay, Uruguay, Ghana, Costa d’Avorio, Uganda, sono diventati terre destinate alla produzione di alimenti per il consumo, in primo luogo, dei Paesi occidentali”.
ZUCCHERO E CIOCCOLATO IN NUMERI
Nel nostro Paese negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un aumento considerevole del consumo di cioccolato. La crescita, calcolata attorno al 22%, è avvenuta a seguito della pandemia. Anche la domanda a livello mondiale è cresciuta del 3% ogni anno. L’Italia, stando ai dati forniti dal WWF, è il settimo maggiore importatore di fave di cacao in Europa e il secondo maggiore produttore di cioccolato in Europa (con 0,7 milioni di tonnellate, il 18% della produzione Ue), dopo la Germania (1,3 milioni di tonnellate, ovvero il 32% del totale della produzione). Ogni italiano mangia 4 kg di cioccolato all’anno, circa 11 grammi al giorno.
IL CONSIGLIO DEL WWF PER L’UOVO DI PASQUA
Festeggiare la Pasqua con un uovo di cioccolata senza fare del male al Pianeta non è impossibile. Dal WWF infatti consigliano di ricercare prodotti che abbiano un basso impatto sulla natura, con cacao e zucchero provenienti da filiere equo solidali e da agricoltura biologica. In questo modo si garantiscano sia le condizioni di lavoro degli agricoltori che il rispetto dell’ambiente.