Il team italiano che sta studiando questo lemure si sta concentrando sulla sua alimentazione: l’indri è un geofago, si nutre di terra
Nella lista rossa redatta dall’IUCN L’indri, il lemure più grande al mondo, è classificato tra le specie “criticamente minacciate”. Finora i tentativi di salvarlo sono falliti. Ma c’è un team italiano che che si sta concentrando sulle esigenze nutritive di questo animale.
DOVE VIVE L’INDRI IL LEMURE PIU’ GRANDE AL MONDO
L’indri (Indri indri) vive nella foresta pluviale lungo la costa orientale del Madagascar, dalla Riserva speciale di Anjanaharibe Sud al fiume Mangoro.Il suo areale è piuttosto frastagliato e l’habitat risente della deforestazione che, nel corso degli ultimi 40 anni, ha portato al taglio del 37% della foresta vergine.
L’ASPETTO DEL PRIMATE CHE SI NUTRE DI TERRA
Dal punto di vista morfologico si presenta con un mantello solitamente nero nelle specie che vivono più a nord, con fasce di colore bianco che variano da esemplare ad esemplare ma che tendono ad essere presenti su collo, gola, petto, avambracci e fianchi. Ha delle zampe posteriori estremamente lunghe, che gli permettono di spiccare spettacolari salti da un albero all’altro. Di notevoli dimensioni sono anche le mani, mentre è estremamente ridotta la grandezza della coda, lunga pochi centimetri.
LA VITA E L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELL’INDRI
Gli indri hanno un’aspettativa di vita di trent’anni, raggiungono la maturità sessuale intorno agli 8 -9 anni e sono monogami. Le femmine partoriscono un solo cucciolo per volta e non si riaccoppiano finchè non il piccolo, che resta aggrappato per molti mesi prima sul ventre, poi sulla schiena, non diventa indipendente. Cosa che avviene intorno ai due anni di vita. Vivono in piccoli nuclei famigliari che possono aumentare di numero se non c’è un habitat sufficientemente esteso per ospitarli.
L’ALIMENTAZIONE DELL’INDRI: UN LEMURE GEOFAGO
Dell’Indri si sa che è un primate geofago, che ogni giorno scende dagli alberi per nutrirsi della terra del sottobosco. Ed è su questo aspetto che si sono concentrati i ricercatori italiani che lo studiano in Madacascar. Hanno recentemente pubblicato su Microbial Ecology uno studio, dal titolo I Like the Way You Eat It: Lemur (Indri Indri) Gut Mycobiome and Geophagy. Il team italiano è composto composto dalle Università di Bolzano, Torino, Bologna, Cattolica di Roma, dal Parco Natura Viva e da centri di ricerca malgasci.
GLI STUDI SULL’ALIMENTAZIONE DEL LEMURE
“Diversamente da quanto accade in moltissimi altri animali – ha spiegato Camillo Sandri, autore dello studio e veterinario curatore del Parco Natura Viva di Bussolengo – la geofagia per l’indri è una modalità quotidiana di alimentazione che non si limita a costituire una semplice integrazione occasionale”.
“Se da una parte i funghi ingeriti con il terreno sembra abbiano un ruolo importante nella digestione delle foglie attraverso la degradazione della cellulosa – prosegue Sandri – manganese e ferro potrebbero essere utili in altri processi fisiologici mentre altri componenti potrebbero agire come agenti detossificante”.
LA CHIAVE PER SALVARE L’INDRI DALL’ESTINZIONE
L’ipotesi scientifica è che esista una correlazione diretta tra le caratteristiche chimiche di quel preciso suolo forestale, l’alimentazione dell’indri e la sua sopravvivenza legata ad uno specifico luogo. Per questo il prossimo step della ricerca dovrà andare ad investigare se esiste correlazione diretta tra le caratteristiche chimiche di quel preciso suolo forestale, l’alimentazione dell’indri e la sua sopravvivenza. Da questo, potrebbe dipendere il destino del lemure più grande del mondo.