Legambiente ha presentato un report con dati allarmanti: la biodiversità continua a diminuire
Cattive notizie per molte specie animali e vegetali. Il rapporto sulla biodiversità a rischio mette tra gli osservati speciali i fiori dell’Appennino e il Mar Adriatico, ma non mancano i segnali positivi.
BIODIVERSITÀ A RISCHIO IN TUTTO IL MONDO
In occasione della Giornata mondiale della biodiversità, Legambiente ha presentato il nuovo report “Biodiversità a rischio 2021”. Partiamo con il dire che, seppur ci sono, le buone notizie sono veramente poche. Infatti in tutti i paesi del mondo, nonostante gli impegni presi da molti governi, la biodiversità continua a diminuire. Secondo gli ambientalisti i motivi sono da ricercare nell’aumento della pressione sugli habitat e nella loro frammentazione. Ruolo cruciale lo hanno sicuramente i cambiamenti climatici, così come l’introduzione di specie aliene capaci di danneggiare fortemente l’ecosistema.
- Nel mondo sono 1 milione le specie di piante, insetti, uccelli e mammiferi minacciate di estinzione.
- Ogni giorno si estinguono fino a 200 specie.
Inoltre i dati raccolti parlano di circa i due terzi dei servizi offerti gratuitamente dagli ecosistemi (come la regolazione climatica) che si stanno velocemente impoverendo. Questo sta causando una perdita in termini economici potrebbe rappresentare il 7% del PIL mondiale.
UN DECENNIO CRUCIALE PER LA BIODIVERSITÀ
Secondo l’associazione ambientalista quello che stiamo vivendo è sicuramente un decennio cruciale per la biodiversità a rischio e per invertire la rotta. In particolare per Legambiente il primo elemento su cui lavorare è la creazione di nuove aree naturali terrestri e marine protette entro il 2030 per la tutela della biodiversità, il rafforzamento della Rete Natura 2000 e il puntare al tempo stesso sulla bioeconomia.
BIODIVERSITÀ A RISCHIO ANCHE IN ITALIA
Nel rapporto Biodiversità a rischio 2021 è stata posta particolare attenzione allo stato in cui versa la biodiversità italiana sia sotto il profilo della flora che della fauna. In particolare sono due gli elementi posti sotto i riflettori dagli ambientalisti: la flora dell’Appennino e la fauna del Mar Adriatico.
La flora dell’Appennino
L’Appennino, oltre ad essere tutt’ora un importante corridoio ecologico, rappresenta un vero e proprio hot spot di biodiversità della Penisola. Tra i fiori dell’Appennino maggiormente a rischio vengono citati la Scarpetta di Venere, l’Adonide ricurva, l’Iris Marsica e l’Aquilegia della Majella. Le principali minacce, oltre al cambiamento climatico, sono gli incendi, il pascolo incontrollato, l’evoluzione spontanea della vegetazione e il sovraffollamento turistico.
Mar Mediterraneo e Adriatico
Il Mar Mediterraneo, considerato un hotspot della biodiversità marina perché, ospita tra il 4 e il 18% di tutte le specie marine viventi sul nostro Pianeta. Molte di queste sono a rischio, come le tartarughe marine, i delfini, gli uccelli e gli elasmobranchi (squali e razze), sempre più oggetto di catture accidentali. Molte di queste avvengono nel Mar Adriatico dove si usa la pesca a strascico e le reti a posta. Inoltre il 75% di tutti gli stock ittici del Mediterraneo sono sovrasfruttati minando la sostenibilità delle risorse ittiche a lungo termine. Una percentuale che per il Mar Adriatico tocca il 90%.
Gli uccelli nidificanti
Attenzione anche per gli uccelli nidificanti che popolano il nostro Paese. Tra questi quelli a rischio sono il Cormorano Atlantico, il Capovaccaio, il Gipeto e la Bigia padovana. Queste specie sono minacciate principalmente dal cambiamento dei sistemi naturali, seguito da inquinamento, agricoltura, acquacoltura e cambiamenti climatici. Basti pensare che nella Lista Rossa sugli uccelli nidificanti in Italia di quest’anno sono state valutate 278 specie.
CI SONO DEI SEGNALI POSITIVI
Fortunatamente non mancano dei segnali positivi. Tra questi il rapporto sulla Biodiversità a rischio rileva il ritorno dello sciacallo dorato. Questo mammifero originario dei Balcani è arrivato in Italia nel 1984 e continua ad espandersi. Anche il castoro (estinto dal 1500) è tornato a fare visita alle regioni del Nord-Est. Nel 2020 sono state registrate oltre 200 nidificazioni sulle nostre spiagge della grande tartaruga marina Caretta caretta, una specie minacciata di estinzione.